
SIMONETTA SCOTTO LA SIGNORA ITALIANA DELLA SPY-STORY, CHE SCRIVE LIBRI DI AZIONE, DI GUERRIGLIA, DI MISSIONI ESTREME.....
IN VETRINA

Finalmente il mio libro esposto nella vetrina di una libreria! Purtroppo non della mia città, ma si sa che “Nemo propheta in patria” e purtroppo è vero.
Mi è stato chiesto perché scrivo romanzi d’azione e non romanzi d’amore o romanzi gialli; non lo so, mi è venuto così, come dico nella prima pagina è nato tutto da un sogno. Se avessi sognato una storia d’amore o un delitto, chissà:..ma no, il mio sogno era tutt’altra cosa. Comunque mi si è aperto davanti un mondo incredibile, che non avrei nemmeno mai immaginato: è come se io vivessi contemporaneamente due vite, una la mia vita normale di tutti i giorni, e l’altra insieme ai miei personaggi. Sì, perché quando scrivo, io sono immersa nel loro mondo e descrivo quello che accade; a volte ho l’impressione di scrivere quasi sotto dettatura: James, il protagonista, mi racconta ciò che gli è accaduto e io lo metto nero su bianco, parlando in prima persona e provando le sue stesse emozioni. Lo stesso vale per i coprotagonisti e per le “comparse”.
Spesso ho sentito dire che uno scrittore è, per i suoi personaggi, un Dio che decide il loro destino, che li fa vivere o morire, gioire o soffrire…beh, per me non è proprio così. D’accordo, io immagino una trama e creo dei personaggi, ma mano a mano che l’azione si svolge, essi acquistano una vita indipendente e alla fine mi trovo per esempio a far morire personaggi che dovevano vivere e a mantenere in vita personaggi che dovevano morire, oppure ecco che all’improvviso ne spuntano altri che non avrei mai nemmeno pensato potessero esistere…rappresentano una sorpresa anche per me! Di questi, alcuni ritornano nei libri successivi, alcuni invece scompaiono per sempre; del resto accade così anche nella vita reale: certi incontri danno inizio a delle amicizie, a delle storie felici o tristi, altri sono solo delle apparizioni temporanee che poi svaniscono nel nulla.
Un’altra domanda che mi sento spesso rivolgere dalle persone, è se non mi crea problema, come donna, il fatto di narrare delle scene cruenti: guerriglie, battaglie, torture, esecuzioni…Ma perché sembra tanto strano a costoro che io scriva queste cose e invece non battono ciglio di fronte a descrizioni di delitti efferati o di autopsie di cadaveri nei romanzi gialli di altre scrittrici? E poi, nella realtà, non esistono forse molte donne che militano nelle varie Task force, o nei Servizi Segreti e che vivono quotidianamente queste realtà?
Credetemi, io non farei male a una mosca; se incontro sulla mia strada una formica sto bene attenta a scavalcarla, ho il massimo rispetto per la vita di chiunque, ma, quando scrivo divento, come dice mio marito “cattivissima”, una vera “dura”. Ve l’avevo detto che vivo due vite…o forse sarà colpa del fatto che sono nata nel segno dei Gemelli? Sarà vero che i Gemelli hanno una duplice personalità? Non lo so e, francamente, non me ne importa niente.
Scrivo, e basta.
